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Tutto sul fimo e le paste polimeriche

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N.B da gennaio 2020 non vendiamo più paste modellabili. Questo articolo resta nel blog a beneficio di chi ricerca informazioni e consigli.
Il fimo fa parte a pieno titolo della famiglia delle paste polimeriche. Fimo non indica la composizione o la tipologia di materiale ma è solo il nome di un marchio appartenente alla Staedtler (vi ricordate le matite di quando andavate a scuola?). Marchi di paste polimeriche altrettanto noti e utilizzati sono il Cernit, il Premo e la Kato. Ognuna di queste paste è prodotta da un’azienda diversa. Un po’ come per le macchine: la Panda, la Twingo o la Ignis sono nomi di modelli di macchine appartenenti a diverse case automobilistiche. Esistono paste sintetiche di produzione europea o americana.

Come sono fatte le paste polimeriche?

Tutte queste paste sono polimeri ovvero sono composti di catene di molecole molte articolate. Altri polimeri sono la lana o la gomma. La complessità della loro composizione fa sì che quando si mescolano con resine o colori acrilici la risposta possa non essere soddisfacente. Il fimo, come i suoi fratelli cernit o kato, sono in effetti materie plastiche, nello specifico si tratta di PVC il che a volte, non sempre, le rende difficili da trattare con vernici o colori. Le paste sintetiche sono termoindurenti: dopo averle modellate vanno cotte in forno per farle indurire in maniera irreversibile. Se cotte a una temperatura superiore ai 110° potrebbero sviluppare fumi con un livello di tossicità è per questo motivo che si raccomanda di usare un fornetto elettrico dedicato e di evitare rigorosamente che il fimo si bruci. Detta così suona peggio di come è nei fatti. In realtà si tratta dello stesso grado di pericolosità che avreste facendo bruciare nel forno della comune plastica. Sappiamo tutti che è bene non farlo, nel caso succedesse la cosa da fare è dare aria alla stanza e favorire un ricambio. Il mio consiglio è di comprarvi un fornetto elettrico a basso costo e usarlo solo per il fimo, oltretutto, così, affronterete tempi di cottura bassissimi!

Tipi di fimo

Esistono diverse tipologie di fimo come di Premo o Cernit del resto. Il fimo è quello che ha più varietà. Si presenta in panetti piccoli da 56 gr o grandi da 350 gr. Il costo di un panetto piccolo va da 1.80 € circa di internet ai 2.90 – 3.00 € dei negozi fisici. I panetti grandi partono da 8-9 €. Si trovano nei negozi di belle arti e di fai da te oppure (scelta consigliata) on-line.

  • Fimo soft: per chi inizia. Si ammorbidisce più rapidamente di altri tipi.
  • Fimo effect: è quello che vi attrarrà maggiormente ma è anche quello più duro da lavorare, tende a seccarsi in fretta e a sbriciolarsi. Esiste in colori dai molti effetti (glitter, trasparente, fosforescente…).
  • Fimo classic e professional: i panetti sono un po’ più grandi e si modella piuttosto bene a dispetto di quanto dice qualcuno.

Qual è il migliore? Tutti e nessuno. Vi spiego perché: ogni categoria presenta colori diversi. Se avete il fimo soft lavanda non lo troverete nella versione classic o in altre. Ragione per cui io vi consiglio di iniziare col soft ma all’occorrenza sperimentare gli altri. A mio avviso poi la miglior pasta modellabile è il Premo insieme al Cernit: miglior rapporto tra tenuta della forma e modellabilità, colori più interessanti.

Come nascono le paste polimeriche?

L’attrice tedesca Katharina Kruse, sin dalla fine dell’Ottocento si dedicò alla fabbricazione di bambole. Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale diventò per lei difficile procurarsi il materiale per creare le teste delle bambole. Una delle sue figlie, Sophie detta Fifì, iniziò a sperimentare un nuovo materiale che poi diventò l’odierno fimo. Continuò a fare da sola questo impasto e a commercializzarlo fino al 1964 anno in cui conobbe Eberhard Faber (il nome vi dice qualcosa?) che brevettò la pasta e la produsse a livello industriale. Il fimo conobbe poi in tutta Europa, in Italia soprattutto, una battuta d’arresto. Tornò sul mercato a partire dagli anni Novanta ma non per la fabbricazione di bambole bensì nella sua veste attuale di materiale per miniature di oggetti e alimenti e bijoux.

L’essere umano vuole istintivamente plasmare oggetti; è il suo modo di  coltivare e preservare per sé qualcosa di caro

Sophie Kruse

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