Al momento stai visualizzando Vendere artigianato on line: mi faccio un sito o punto su un marketplace?

Vendere artigianato on line: mi faccio un sito o punto su un marketplace?

Aggiornato al 25/10/2018

A più di un anno dal primo post dedicato a come vendere artigianato on line torniamo sull’argomento e vediamo cosa offre oggi in più la rete, quali passi avanti sono stati fatti. Innanzi tutto ci rivolgeremo sia a coloro che hanno una partita iva sia a coloro che non ce l’hanno e non parleremo solo di artigianato di alta qualità ma di “semplice” fatto a mano.
Chiariamo un punto: vendere on line non significa essere presenti sui social network e avere visualizzazioni e contatti (quella è un’altra questione). Significa poter avere una vetrina prodotti e far concludere un acquisto a un utente-navigatore. 

Qui non parleremo di come promuoversi in rete a 360° ma di dove vendere, all’atto pratico, i propri prodotti. È una scelta difficilissima per chi non è esperto, per chi non ha confidenza e con la gestione di un sito e con le gestione di un iter di vendita/acquisto.

Vendere artigianato on line: scegliere dove mostrare i propri prodotti

Ad oggi possiamo suddividere i luoghi digitali in grado di farvi vendere prodotti in 3 gruppi:
I marketplace di settore – i marketplace di aggregazione – i siti di e-commerce.
Analizziamoli da 3 punti di vista: il costo da sostenere, la visibilità, la semplicità di gestione.  Non starò a sprecare frasi di circostanza parlando di costanza, sacrificio e passione. So perfettamente che queste caratteristiche non mancano a chi crea. Vi chiedo però di non cadere nella tentazione di pensare che una volta on line i vostri prodotti si venderanno da soli e avrete subito molte richieste. Il valore di quel che fate non verrà percepito in automatico.

Proseguiamo:
Al primo gruppo appartengono due colossi come ETSY, AMAZON HANDMADE ma anche Dawanda (che però pare stia diventando un’appendice di etsy). Tutti e tre hanno costi legati a percentuali sul venduto e commissioni; lato sito sono piuttosto semplici da usare. Più o meno si svolge tutto come su un profilo social (pubblicazione foto, descrizioni, impostazione prezzi e indicazioni spedizione). Soprattutto Etsy è ideale per chi vuole fare una semplice prova. Offrono anche la possibilità di inserire link da vostri blog verso il negozio (non vice versa) e relative app per permettere l’acquisto via cellulare/tablet. Sono aperte sia a professionisti che a hobbisti. Il vero svantaggio di queste opzioni è che il prezzo di vendita lo dovrete fare confrontandovi costantemente con ciò che fanno gli altri. 

La vera novità sono le piattaforme legate all’artigianato locale o quelle piattaforme che sono patrocinate e promosse da enti pubblici (comuni, regioni, comunità montane…). Si tratta di siti che aggregano più artigiani legati a un determinato territorio, una sorta di unione che fa la forza ma non solo. Un modo per far diventare un luogo un brand, un marchio. Vi citerò un caso che seguo da molto vicino, quello di itstuscany.com, progetto in cui finalmente si è messa in piedi una buona operazione di web marketing a servizio degli artigiani.  Anche in questi casi vi chiederanno un canone di abbonamento o una % sul venduto.

Molte di queste realtà sono rivolte però a professionisti tuttavia possono essere da spunto a gruppi di hobbisti che abbiano voglia di dividere le spese e farsi un loro e-commerce. Come sapere se esistono piattaforme del genere per la tua zona? Se siete professionisti rivolgetevi a comune, camera di commercio o associazioni di artigiani altrimenti sarà di grande aiuto una ricerca on line del tipo “ siti per vendere artigianato sardo” e sinonimi.

La terza via è quella di sostenere tutte le spese di costruzione di un e-commerce. Potrebbero anche non essere alte se avete pochi prodotti ma sappiate che per concludere delle vendite continuative dovrete aprire una p.iva.

Avrete notato che non ho aggiunto una riga in quanto alla visibilità che queste soluzioni vi offrirebbero. Nei primi due casi godreste del lavoro fatto da professionisti per conto della piattaforma e partireste avvantaggiati ma attenzione: un marketplace ha interesse a promuovere se stesso non questo o quel venditore. Nell’ultimo caso il lavoro sarà tutto a carico vostro o di chi lo farà per voi (non gratis poiché parliamo di professionisti) ma sarà interamente basato sul vostro prodotto. Il consiglio è di partire con un marketplace e poi casomai passare nel medio periodo a un sito proprio. Oppure potreste anche mettervi su un marketplace con un gruppo di “colleghi” come hanno fatto gli artigiani piemontesi.

So che molte persone si saranno stufate di leggere che per fare questo o quello serve una p.iva purtroppo però se si vuole passare dalla vendita occasionale a qualcosa di più stabile occorre fare la strada che fanno tutti gli artigiani professionisti e, non credete, anche loro fanno molta fatica a guadagnare cifre dignitose.

 

 

 

Questo articolo ha 7 commenti

  1. Serena

    Da qualche tempo ho l’intenzione di aprire uno shop su Etsy in cui vendere magliette ricamate a mano in modo occasionale (se si può intendere per occasionale una decina di magliette ogni tanto: ed è qui che risiede il primo dubbio, sarebbe da considerare occasionale una vendita del genere?) ma sono invasa da dubbi per quanto riguarda la parte fiscale della faccenda. Su Etsy vengono pagate delle commissioni e tasse da parte del venditore e questa cosa non capisco se possa essere risolutiva nei confronti di qualsiasi situazione fiscale da sistemare o se sia solo la punta dell’iceberg. Insomma vorrei fare della mia passione una piccola fonte di guadagno, senza niente di serio (magari per il momento visto altri impegni nella vita) così per soddisfare alcune persone che amano quello che faccio, ma proprio non so da dove partire.

    1. Bottega Gialla

      Ciao Serena, da quel che dici a mio avviso si può considerare occasionale. Ciò che verserai a Etsy per il servizio che offre (ospitare negozi e annunci di vendita) va scisso da ciò che eventualmente potresti dover dichiarare al fisco. Di solito i paletti sono due: non arrivare ai requisiti per l’apertura di P.iva o non superare una soglia di ricavi annui entro la quale si deve dichiarare quel guadagno alla voce “altri redditi” (se si ha già altra occupazione). Per dare una risposta risolutiva ai tuoi dubbi devi per forza di cose parlare con un commercialista (la consulenza sarà gratuita) oppure ti suggerisco intanto di provare a scrivere alla redazione di Fisco Amico dove ci si occupa in particolar modo di fisco per creativi: http://www.fiscoamicopertutti.it/contatti.html. Potrebbero darti una risposta più dettagliata in base alla quale decidere se dover approfondire o meno. Grazie di aver letto l’articolo

  2. Andrea Leite Cavalcanti

    Finalmente dopo tanti anni trovo qualcuno che si occupa dei miei dubbi.
    Grazie del tuo aiuto.
    Ti seguirò! Contaci!!!

    1. Bottega Gialla

      Ti ringrazio per la fiducia. Credo che questo blog non smetterà mai di occuparsi di come gli artigiani possono sfruttare il digitale… ormai lavoro a contatto con queste persone da diverso tempo e mi rendo sempre più conto che hanno bisogno di indicazioni mirate, non generiche.

  3. sara carlini

    Ciao Maria Grazia, mi sembra comunque un’ottima strategia. Ti assicuro che il blog è il migliore strumento per portare attenzione verso il proprio lavoro e i propri prodotti. Se nel tempo sarai costante nell’aggiornarlo e scrivere questo lavoro ti darà dei frutti. Dal blog devi portare traffico verso il tuo negozio Etsy, ci vuole un po’ di pazienza… un blog inizia a girare in 6-8 mesi a pieno ritmo. In bocca al lupo!

  4. Maria gra ia

    Sono da poco su Etsy ed ho a che un mio sito, blog senza shop. Ora sono agli inzi e non v ndo, ma tu hai sollevato prprio i dubbi che ho. Per ora resto su Etsy e poi proverò con uno shop sul mio sito.

    1. sara carlini

      Ciao Maria Grazia, mi sembra comunque un’ottima strategia. Ti assicuro che il blog è il migliore strumento per portare attenzione verso il proprio lavoro e i propri prodotti. Se nel tempo sarai costante nell’aggiornarlo e scrivere questo lavoro ti darà dei frutti. Dal blog devi portare traffico verso il tuo negozio Etsy, ci vuole un po’ di pazienza… un blog inizia a girare in 6-8 mesi a pieno ritmo. In bocca al lupo

Lascia un commento