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Galvanica: come i metalli si (ri)fanno il look

Quando parliamo di minuteria metallica finiamo sempre per mettere l’accento su due elementi: l’ossidazione (e quindi la durata del pezzo) e il colore, la placcatura. Riguardo quest’ultimo aspetto si sono fatti talmente tanti passi in avanti e così velocemente da non riuscire ad avere il tempo di risolvere i nostri dubbi.

Questo articolo si propone due cose: introdurre l’argomento rivestimento metalli per chi si avvicina ora alla creazione di bigiotteria e vuole orientarsi nella scelta della minuteria; fare una panoramica dei principali tipi di placcatura a beneficio di chi li ha solo sentiti nominare.

La galvanica… questa sconosciuta

La scienza (ebbene si è proprio una scienza) che si occupa del rivestimento dei metalli prende il nome di galvanica. Ci basti sapere che esiste da oltre un secolo e che sfrutta procedimenti elettrochimici. Detto più semplicemente combina l’elettricità a soluzioni acquose a base di acidi o additivi raccolte in vasche. La buona notizia è che le nozioni più tecniche, per i creativi, finiscono qui. Non ci interessa capire i meccanismi ma i risultati.
Come in ogni procedimento che si rispetti la galvanica si compone di molte fasi: dall’iniziale sgrassatura del pezzo all’asciugatura finale. Il fine ultimo di questi trattamenti non è solo dare a un metallo un aspetto dorato o argentato o più brillante ma anche “immunizzarlo” il più possibile. Renderlo cioè resistente alla corrosione.

-“Lo strato argento mi viene via col tempo?” Mi sembra di sentirvi. Questa è, in effetti, una delle domande ricorrenti. Facciamo un pochino di chiarezza. No, i rivestimenti non vengono via come se fosse una buccia ma essendo anch’essi di metallo possono modificarsi nel tempo. In quanto tempo? Anche molto tempo. Personalmente ho potuto osservare che alcuni componenti in lega resistono anche qualche anno e molto di più dell’argento o di altri metalli “puri”. Merito, molto probabilmente, proprio della galvanica.
Che siate agli inizi o già esperti dunque non conta. L’importante è che abbiate presente due situazioni che si possono verificare:
Componente in lega ossidato: non lo posso recuperare ( a meno di non poter fare la galvanica a casa, esistono mini attrezzature) ma lo posso sostituire a basso costo.
Componente in rame o ottone ossidato: lo posso recuperare con prodotti specifici o soluzioni fai da te. O sostituire a basso costo.
Componente argento, oro o platino ossidato: lo posso recuperare con prodotti specifici ma non posso sostituirlo a basso costo.

Rodiatura, brunitura, anodizzazione & co.

Veniamo a elencare i principali trattamenti galvanici, sicuramente ne avrete sentito già parlare ma non sempre in maniera corretta:
Rodiatura: Il trattamento con il rodio (un metallo prezioso e quotato anche più dell’argento) serve a dare brillantezza e resistenza alla corrosione. I componenti trattati con questo sistema hanno di solito un costo maggiore.
Argentatuta: procedimento con cui si rivestono di argento componenti in lega a base ferrosa o anche in rame e ottone. È forse il trattamento che ha subito più cambiamenti nel tempo; se una volta si parlava di semplici “bagni” nell’argento oggi si parla di argentatura forte o media. Lo strato che riveste arriva ad essere anche molto spesso. L’argentatura conferisce proprietà antiabrasive, anticorrosive e maggiore durezza ai componenti.
Passivazione: si attua su componenti contenenti ferro per evitare la formazione di ruggine e ritardare l’ossidazione. Con la passivazione si va a creare sul metallo uno strato solido non poroso quindi impermeabile all’umidità e all’acqua.
Anodizzazione: il procedimento per cui si favorisce la creazione sull’alluminio di uno strato di ossido di alluminio che rende impermeabile il metallo agli agenti atmosferici e lo mette al riparo dall’ossidazione. Usata regolarmente in tutti i settori, anche i nostri fili in alluminio sono anodizzati.

Ci fermiamo qui anche se esistono molti altri trattamenti. È importante notare come, per ognuno di questi, la questione “colore” sia solo una parte del risultato. In pratica tramite l’aggiunta di strati di altro metallo un componente può diventare più o meno morbido, può essere isolato dagli agenti atmosferici. È bene ricordare che, anche se possibile che questi procedimenti ritardino di moltissimo l’ossidazione di un componente, non è possibile escluderla definitivamente da nessun metallo. Sarebbe come pretendere che le gomme della vostra auto fossero eterne o che la batteria di un cellulare non si esaurisse mai. Dobbiamo iniziare a ragionare diversamente e pensare all’ossidazione come a un anello della catena di produzione/riparazione.


Questo articolo ha 2 commenti.

  1. Cristina Gandolfi

    Conoscete un’azienda a Piacenza o Parma che effettui questi trattamenti su aggetti leggeri per uso decorativo e per bigiotteria ?

    1. Bottega Gialla

      Ciao Cristina, direttamente su Parma e Piacenza no, non conosciamo nessuno però non ti dovrebbe essere difficile trovare un’azienda anche aiutandoti con internet. Sono, per fortuna, ancora molte, le ditte che si occupano di bagni galvanici. Ci dispiace non poterti essere più utili.

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