Aggiornato al 24/06/2019
Capire cosa sono i mezzi cristalli e in cosa si differenziano dai cristalli non è cosa immediata. In rete girano molte definizioni che si basano sullo scambio di informazioni tra utenti, nessuna cita una fonte. Come nel caso dei cristalli cinesi, dove l’aggettivo spesso viene letto in senso negativo (cristalli cinesi=cristalli imitazione), si possono creare falsi miti. Scopriremo infatti che il “cinese” è una varietà di cristallo prodotto in Cina ma non è copia di niente. Facciamo quindi un po’ di chiarezza cercando di parlare in maniera semplice e soprattutto basandoci su fonti autorevoli e attendibili.
Prima di addentrarci nella spiegazione è bene dire che le perline mezzo cristallo o cristallo non superano quasi mai gli 8mm, sono per lo più sfaccettate e si trovano tonde, in bicono, a cipollotto e rondella.
Mezzi cristalli: cosa sono
Di solito pensiamo che gli unici “veri” cristalli siano i notissimi Svarovsky©, il cui valore (e prezzo) è accresciuto dalla forza del marchio e dell’azienda che li produce. Tuttavia pochi sanno che maggiore diffusione hanno quelli del tipo, così detto, Boemia, prodotti in Repubblica Ceca e persino in Italia in quel di Burano. Lo stesso discorso vale per i mezzi cristalli. La composizione e la tecnica di produzione variano ma sono ugualmente pregiati.
Mentre i cristalli altro non sono che vetro (silice+carbonato di potassio) con l’aggiunta di basse percentuali di ossido di piombo, i mezzi cristalli sono invece vetro+cristallo solo che l’ossido di piombo è spesso sostituito da altra sostanza. Quest’ultima caratteristica vale, per la verità, per tutte le varietà prodotte in Repubblica Ceca.
I mezzi cristalli quindi non contengono plastica o materiale acrilico. Gli elementi che lo compongono hanno talmente poche impurità da renderli lucenti e riflettenti come i cristalli all’occhio di tutti noi. Se vi state chiedendo dunque quale sia il più prezioso tra Svarovsky©, Boemia o altri tipi non dovrete guardare a cosa c’è dentro (questo forse non vi dirà un gran che) ma dovrete valutare anche che da una parte abbiamo un marchio registrato, e addirittura un brevetto, un brand molto forte che ha linee di gioielli esclusive, dall’altra manca tutta questa parte.
Inutile dire che a occhio nudo non possiamo, a meno di non essere molto esperti, distinguere questi tipi di perline.
Fonti utilizzate:
Dizionario italiano Hoepli
Enciclopedia di scienze lettere e arti Treccani
http://www.vitrum.it/ Portale dedicato alla storia della lavorazione del vetro
ciao Sara, quello che dici è vero ma non in questo caso, infatti parliamo del cognome del fondatore e di un marchio registrato, la forma corretta e ammessa in questi casi è unicamente quella registrata commercialmente, anzi per essere pignoli nel caso delle perline si parla di Swarovski Elements®
il fatto che i motori indicizzino anche la grafia errata è probabilmente dato dal fatto che tante persone sbagliano a scrivere il nome 😉
un saluto!
Ciao, esatto. Si usa la grafia sbagliata (abbastanza spesso anche per altre parole ovviamente) per posizionare un post o un articolo in maniera migliore… e questo è un buon esempio visto che in molti usano la forma translitterata nella ricerca on line. Comunque secondo me ad oggi per citare il marchio bisognerebbe aggiungere sempre il simbolo della r circolata perché, ad esempio i fornitori usano questo nome per indicare un cristallo nelle stesse forme dei “veri” Swarovsky…anche se poi non è lui, l’originale. Un saluto a te, 🙂
un’altra precisazione…il mezzo cristallo non contiene resina, è il termine che viene indicato per il cristallo prodotto in Boemia, le differenze stanno nella lavorazione e nella purezza del taglio, ma si tratta sempre e solo di vetro, che viene prodotto con varie forme non solo i tondi, anche i cristalli boemi hanno delle colorazioni brevettate e un costo che varia in base al colore, per esempio il rosso è uno dei colori più costosi perchè ha una lavorazione più complessa
i cristalli cinesi sono brillanti e belli anche loro, ma a ben vedere la differenza con gli Swarovski a mio parere si nota, a parte il fatto che mi pare che certi tagli di Swarovksi siano anche protetti da brevetto, comunue in generale i cristalli cinesi imitano o quelli boemi o quelli austriaci
Si scrive Swarovski 😉
Sara grazie per la precisazione sui cristalli ma per quanto riguarda Swarovsky in realtà puoi usare entrambe le forme, si chiama translitterazione ed è applicabile per riprodurre nel nostro alfabeto suoni che esso non contiene. Come vedrai i motori di ricerca hanno indicizzato anche questa forma che rimanda poi alla parola “originale”.