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Saldare a stagno bigiotteria si può?

Molte persone che ci contattano ci raccontano di aver provato a saldare a stagno creazioni di bigiotteria o accessori femminili. Da qui in poi, per capirci, useremo il termine generico saldare per intendere l’unione di due pezzi di metallo. Probabilmente alla base di questo tentativo c’è il consiglio, in buona fede, di qualcuno che è piuttosto esperto in saldature di elettronica o modellismo. In questi settori leghe base stagno (anche se mutate negli anni) la fanno sempre da padrona. Tuttavia basta cambiare settore per rendere assolutamente sconsigliabile questa tecnica. Va oltretutto precisato che la saldatura con filo di stagno si fa più frequentemente con un saldatore elettrico mentre tutt’altro strumento è da preferire in oreficeria/bigiotteria.

Perché non posso saldare a stagno la bigiotteria?

Se consideriamo che chi ci ha provato è molto contento del fatto che il saldante si sia sciolto alla velocità della luce è piuttosto difficile fargli credere che ha fatto un lavoro a metà. Spesso si confonde lo scioglimento della lega saldante con la riuscita della saldatura, così non è. Il vostro obiettivo deve essere unire due pezzi in maniera sufficientemente efficace in relazione all’uso di quell’accessorio.
Ed è qui che subentra la vostra insoddisfazione; perché lo stagno ha tra i suoi principali difetti quello di essere scarsamente tenace. Vale a dire che alla velocità di esecuzione del lavoro non corrispondono durata e resistenza meccanica dell’oggetto (meglio sarebbe dire del punto di giunzione).

L’impiego di leghe saldanti a prevalenza stagno deve essere considerato, in oreficeria, una soluzione estrema. Ne è ammesso l’uso quando si deve lavorare in prossimità di una pietra o di una perla che non può essere temporaneamente rimossa. Allora, per evitare una lunga e dannosa esposizione alla fiamma, si ricorre a questo metallo sfruttando il fattore velocità. Parliamo però di riparazioni. Altro caso in cui si può usare è quando si ha un gioiello già smaltato, la motivazione è identica a quella di prima.

Altri difetti delle leghe base stagno


Queste considerazioni valgono indipendentemente dal metallo di cui sono fatti gli oggetti in questione. Se la prima ragione per non usare lo stagno è la sua scarsa resistenza alle sollecitazioni altri motivi possono essere il grado di tossicità dei fumi che si sviluppano (per la verità ritenuta di media intensità da alcuni) e quello che, personalmente chiamo, “effetto patacca”.
Nello sciogliersi con grande rapidità lo stagno spesso lascia un segno della saldatura molto evidente se rapportato allo spazio di applicazione, nonché una colorazione non modificabile in partenza come invece può avvenire con leghe base AG (semplicemente variando la quantità di rame, argento o zinco che le compongono).

Questo “brutto anatroccolo” dei metalli ha anche altri difettucci, certo trascurabili rispetto a quelli elencati sopra. È attaccabile, per esempio, da alcuni tipi di bagni galvanici. Allo stato attuale nulla possiamo dirvi invece su possibili controindicazioni nell’utilizzo in accessori o parti di essi che vanno a contatto con la pelle per una sostanziale carenza di informazioni.

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Paola

    Buon giorno, grazie per le info… vorrei sapere se e come si può saldare la bigiotteria in alluminio, grazie

    1. Bottega Gialla

      Si Paola ma non a stagno, per l’alluminio ci sono leghe specifiche e prodotti più adatti. In generale si tratta di saldature più veloci ma non semplicissime

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